Una prospettiva credibile

Il Pri per il proporzionale

L’accordo raggiunto fra il presidente del Consiglio con Gianni Cuperlo, ammesso sempre che abbia un qualche valore al di la delle ragioni di propaganda, complica comunque il percorso referendario dei sostenitori del Si. La controversia sull’elezione dei senatori, sarebbe stata dipanata dalla proposta di legge Fornaro- Chiti, secondo la quale i consiglieri regionali eleggerebbero in Senato i loro colleghi più votati dai cittadini proprio per quello scopo nella precedente elezione regionale. Non fosse che in questo modo, da una parte, l’elezione regionale conterrebbe un’inedita indicazione di voto per i membri del Senato, un caso costituzionalmente discutibile, dall’altra, se i consigli regionali confermano in seconda votazione il voto diretto dei cittadini, si sarebbe solo ritardata l’elezione diretta del Senato, non certo abolita. Difficile capire se Renzi in questo modo intenda avallare una sorta di restaurazione di quel Senato che pure aveva promesso di abolire, o se non si renda conto di cosa sottoscritto, o ancora, se semplicemente speri con una promessa da marinaio di sopire la resistenza della minoranza interna. Purtroppo per lui, stando a questa proposta di legge, quella che era già una riformetta, diventerebbe una riformicchia, tale da non valere la pena del fracasso che si è destato. E visto che comunque tutto questo fracasso c’è stato eccome, viene da credere che esso si deva al non voler accettare l’idea, che il modello maggioritario bipartitico sia clamorosamente fallito. Lo scontro sul referendum, con colpi di scena all’interno del Pd, è la cortina di fumo necessaria a far finta di niente e continuare ad illudere i cittadini con promesse irrealizzabili. Per questo il partito repubblicano che si presume ancora una forza seria, presenterà dopo il referendum una proposta di riforma elettorale proporzionale rivolta a tutte le forze politiche che vorranno sostenerla. Dopo più di vent’anni consumati in inutili e dannosi scontri fra bande opposte, serve ricostruire una prospettiva di stabilità di governo valida. Questa riforma costituzionale pasticciata, con una proposta di legge elettorale su cui non è convinto nemmeno chi l’ha scritta, non è in grado di darla.

Roma, 9 novembre 2016